Abbiamo detto nello scritto precedente che non c’è musica migliore per il neonato ricoverato della voce materna, di un canto che aiuta a sprofondare in un piacevole abbraccio sensoriale fatto di contenimento, di odorato e di gusto, se è il momento del latte al seno.
La musica aiuta quindi a migliorare alcuni degli effetti negativi legati all’esperienza del ricovero; diminuisce le risposte allo stress, promuove il contatto sociale-emotivo, offre arricchimento degli stimoli ambientali che svolgono un significato positivo sullo sviluppo psicomotorio.
Vi sono studi che evidenziano l’effetto di protezione della musica, associata al tocco gentile, effetto ottenuto attraverso l’aumento delle beta-endorfine, sostanze che vengono prodotte nel nostro organismo quando vi è dolore e che alzano la soglia della sua percezione.
Anche a casa, dopo il ricovero, i genitori spontaneamente scelgono di proseguire il legame affettivo anche attraverso la musica, fornita nuovamente con il canto oppure con dei brani musicali. I genitori mettono in relazione le risposte del figlio, di rilassamento, di interesse, di imitazione nei vocalizzi e scelgono la musica da ascoltare insieme. Il linguaggio musicale determina un arricchimento di tutti quei messaggi preverbali di connessione emotiva genitore-figlio.
La musica dunque serve a suscitare ed ad esprimere emozioni, e attraverso queste a consolidare i nuovi apprendimenti di un regolare sviluppo cognitivo, in una fase della crescita individuale in cui quest’ultimo necessita di essere guidato particolarmente da vicino.
Quale musica?
Le scelte sono diverse, a seconda dell’ambiente famigliare, ma usualmente sottese a ricercare un piacere comune, che soddisfi il bambino e il genitore in quelle determinate proposte di ascolto. Bisognerà quindi tener conto delle risposte comportamentali del figlio, raccogliendone i messaggi, cercando di non imporre scelte precostituite, ed in primis di porsi sempre la domanda se è un ascolto adatto per tonalità, ritmo, intensità all’età del bambino.
E anche di tener conto che un “tempo” di ascolto musicale viene apprezzato se c’è parimenti un “tempo” di silenzio, un’alternanza che faccia comprendere e interiorizzare; un silenzio da riempire con la riflessione e con la relazione.
Nella scelta della musica da proporre ricordiamoci che essa aiuta ad esprimere le proprie emozioni anche attraverso i movimenti: il piccolo bambino è felice di muovere tutte le parti del suo corpo seguendo il ritmo musicale, assecondando il battere delle mani, o la marcia quando è più grande, e in generale costruendo una danza condotta dalle sensazioni uditive che via via coinvolge l’intero corpo.
Cerchiamo allora di permettere e facilitare l’apprendimento di tutte le possibilità di espressione corporea attraverso la musica, base per lo sviluppo di una psicomotricità armoniosa durante la crescita del bambino.
Valeria Chiandotto
Luglio 2020