Testimonianza di Simone

Mi chiamo Simone Langellotti, ho quasi 19 anni e abito a Udine.

I miei genitori mi hanno raccontato che la mia nascita è stata un momento particolarmente difficile per loro: sono nato di 29 settimane, e fin da subito erano sati informati dai medici, che a cause di numerose complicanze, era molto elevato il rischio che non riuscissi a sopravvivere.

Tra l’altro ero il loro primo figlio, perciò oltre alle difficoltà della nascita prematura, vi erano anche le normali preoccupazioni legate alla prima esperienza di genitori.

Per fortuna, grazie alle cure dei medici e al sostegno di amici e parenti, il peggio venne superato e dopo 3 mesi in ospedale potei anadare a casa.

Quest’anno ho concluso le scuole superiori e tra poco andrò all’università a studiare Lettera Antiche.

Mi è sempre piaciuto molto leggere fin da piccolo, perciò al momento di scegliere la scuola superiore mi sono iscritto al lieco classico, convinto che fosse la scuola più adatta alle mie caratteristiche, e così si è rivelato.

E’ stato un percorso impegnativo, ma sono contento di averlo fatto, anche perchè, studiando le letterature antiche a scuola e approfondendo poi per interesse personale, mi sono reso conto che questa sarà la mia strada anche nel futuro.

Quando ho del tempo libero cerco di passarlo in compagnia dei miei amici oppure vado a afre due passi. Ho cominciato a fare attività fiisca da piccolo, inizialmente per irrobustirmi e migliorare la coordinazione del corpo, che mi risultava difficile per un ritardo dovuto alla prematurità, ma, una volta recuperato, ho continuato a fare sport per puro piacere, facendo nuoto e, anche a livello agonistico, scherma per diversi anni.

Finchè ero al liceo ho fatto anche parte del gruppo di teatro della scuola, col quale si preparava ogni anno uno spettacolo per il palio studendesco di Udine: è stata un’esperienza molto importante per me, perchè mi ha permesso di incontrare altri ragazzi, ma mi ha anche aiutato a conoscere meglio me stesso e a vincere la timidezza, dovendo nmettermi in gioco e collaborare assieme a tutti per la buona riuscita del lavoro.

Adesso la scuola è finita, ma non si sa mai che più avanti mi si offra un’altra occasione per salire sul palco.

Penso che, considerate le difficoltà incontrate alla nascita, se sono arrivato dove sono, sicuramente non solo ho avuto fortuna, ma moltissimo lo devo anche alle attenzioni dei miei genitori e dei medici che mi hanno seguito in ogni momento della mia crescita.

E’ stato importante quello che hanno fatto, ma soprattutto come lo hanno fatto, nel senso che tutti hanno avuto la delicatezza e l’intelligenza di sapermi spiegare quello che ho passato e di farmelo vivere fin da quando ero bambino, senza che pensassi che fosse stato qualcosa di negativo, senza che io in qualche modo lo sentissi, crescendo, come un limite alle mie possibilità, che mi svantaggiasse rispetto agli altri.

E’ sato per così dire un inizio un po’ burrascoso, ma pur sempre un inizio, perciò si deve guardare avanti.

A questo proposito, proprio domani partirò per gli esami di ammissione all’università di un’altra città, e mi viene da pensare: da questo reparto di neonatologia ho iniziato, diciannove anni fa, la sfide della vita e sembra quasi che da qui riparta anche la mia prossima sfida.

Colgo l’occasione per ringraziare i medici che mi hanno accudito e curato, perchè è grazie a loro se ho potuto fare tutto quello che ho fatto e per quello che potrò fare, e auguro a tutti di poter affrontare al meglio quello che il futuro riserverà.