Testimonianza di Ingrif

Buongiorno,mi chiamo Ingrif e sono il papà di Nicolas, un bambino nato a termine e anche papà di Desiree, una bambina nata il 6 gennaio 2013, prematura di 24 settimane, di 700 grammi di peso.

Come ogni genitore ricordo molto bene i giorni della nascita, ma mentre per Nicolas fu il giorno più bello della mia vita, all’arrivo di Desiree non fu proprio così.

Successe tutto molto in fretta; un forte dolore alla pancia, delle perdite e subito la corsa all’ospedale con conseguente ricovero immediato.

Fu così che mentre la nostra vita scorreva regolarmente, io e Nicolas ci ritrovammo con la mamma ferma ed immobilizzata su di un letto di ospedale.Non capivamo tanto di quello che stava succedendo, ma i medici ci dissero subito che la situazione era abbastanza grave, perchè la bambina stava per nascere. Come stava per nascere?… la mamma non aveva neanche la pancia!

Iniziammo subito a prendere informazioni da dottori, infermieri e compagne di stanza, ma le proospettive non erano molto buone e l’unica cosa da fare era rimanere fermi a letto per più giorni possibili, cercando di ritardare il giorno del parto. Mi dissero una settimana, anche una sola settimana in più può essere fondamentale.

Continuavo a capire poco sul perchè di quella situazione e sul perchè proprio a noi, quando Nicolas era nato addirittura 10 giorni dopo la scadenza, ma di certo capivo e vedevo chiaramente il viso triste e stanco della mia compagna Elisa, nonchè quello abbattuto e perplesso dei medici e delle infermiere durante le visite.

Ci dissero che c’erano poche possibilità e che i rischi erano enormi e che in ogni caso avremo dovuto dare un nome alla bambina e decidemmo per Desiree, che guarda caso dal latino significa desiderata.

La situazione era grave, ma andavo avanti, giorno per giorno… cercando di spiegare ad amici e parenti quello che anch’io ancora non capivo e non sapevo, sperando ogni giorno di alzarmi al mattino e che tutto fosse ancora tranquillo ed immutato. Ma Desiree non ne voleva sapere, lei voleva uscire a tutti i costi e così dopo 10 giorni di ricovero forzato arrivò il gran giorno.

Desy nacque, la vidi per un attimo, perchè la portarono via quasi subito, ma in quell’attimo notai che era davvero piccola e che a malapena riempiva le mani dell’ostetrica che la fece nascere. Eravamo abbattuti e tristi, nei nostri visi non c’era il sole di quando nacqua Nicolas; nostra figlia era nata, ma non era un giorno di festa questa volta.

Nostra figlia nacque la mattina alle 10.30 ma solo alle 20.00 riuscii ad accettare e trovare il coraggio per andare a vederla; così mi recai al padiglione della neonatologia, mi fecero indossare camice e protezione per la scarpe, nonchè lavare accuratamente le mani.

Non spaevo cosa aspettarmi o a cosa andavo incontro, ma quando entrai, contrariamente alle mie aspettative, mi accolsero una dottoressa e delle infermiere sorridenti, gentili ed ospitali e questo subito mi rassicurò e mi risollevò, tanto da sentirmi quasi contento. Mi spiegarono tutto e ovviamente mi dissero anche che molto dipendeva dall’evolversi dei prossimi giorni che erano fondamentali. Purtroppo mi dissero anche che con quelle poche settimane di gestazione era davvero dura, però il peso e le condizioni attuali di Desiree erano a nostro favore.

Mi avvicinai all’incubatrice e la vidi in tutte le su forme: aveva il viso strano, la pelle scura, l’echimosi alle gambe, un grosso tubo dalla bocca, il braccio fasciato con l’ago per la flebo e la lucina rossa del saturimetro sul piedino, nonchè tutti i fili dell’elettrocardiogramma sul petto. Era strana, era davvero strana e non bellissima.

Nei due giorni che seguirono tutto procedette in maniera piuttosto tranquilla e la mamma venne dimessa dall’ospedale. Mi chiese di accompagnarla a vedere sua figlia ed era contenta e felice nel vederla, ma quando uscimmo dall’ospedale senza la nostra piccola fu davvero un momento triste e drammatico, anche se non era ancora niente quando il giorno dopo Desiree ebbe un’emorragia polmonare importante.

Quei giorni erano stati un susseguirsi di emozioni belle e brutte, tanto che nemmeno noi sapevamo più se essere felici oppure no; passavamo da dei momenti di gioia assoluta a dei momenti tristi e bui in men che non si dica, ma in quel giorno in una scala di sconforto eravamo proprio al top.

L’incubatrice era invasa da dottori ed infermieiri tanto che nemmeno noi riuscivamo a vedere il nostro piccolo angioletto, poi quando tutto si stabilizzò, mi potei finalmente avvicinare e quello fu il momento in cui la mia vita cambiò.

Vidi Desiree ancora più piccola e sofferente, la vidi con tutte le sue forze faticare per respirare nonostante fosse intubata.Povera, quanta pena mi fece e quanto imprecai perchè un essere così piccolo ed indifeso dovesse soffrire così tanto. Ma fu proprio in quel momento che capii quanto conta la vita e che la vita è la cosa più bella che abbiamo e che ci è stata donata. Fu lì che capii che la felicità non regna nelle cose materiali ma nella vita stessa e che dobbiamo gioire di essere felici ogni giorno, solo per il fatto di esserci e che dobbiamo essere contenti di quello che abbiamo e di quello che siamo, perchè siamo vivi e questa è l’unica cosa che conta. Fu lì che capii che è giusto aiutare gli altri, aiutare chi non è stato fortunato come noi e che non si lamenta, ma sorride sempre.

Ecco cosa mi ha insegnato Desiree quel giorno: lei era solo una creatuta piccola ed indifesa, ma con l’immensa voglia di vivere.

Superata l’emorragia polmonare, riassorbitasi nei mesi avvenire, purtroppo con lo sforzo è comparsa un’emorragia cerebrale, per fortuna contenuta e superficiale, risoltasi nei mesi successivi senza interventi invasivi. Successivamente sono apparsi un virus intestinale e poi il grande calvario della retinopatia ad entrambi gli occhi, curati con due interventi laser, purtroppo non senza conseguenze, ma che hanno evitato la cecità totale.

Finalmente dopo 4 mesi passati all’interno del reparto di neonatologia e ringraziando quelle che secondo me sono le persone più belle e speciali che io abbia mai incontrato nella vita, riferendomi a tutte quelle persone che lavorano e si dedicano completamente ai bambini della neonatologia, perchè oltre alla professionalità eccelsa hanno dimostrato e dato a noi genitori un’umanità, una generosità ed un sostegno unico nel loro genere ed è proprio per questo che noi assieme a Desiree non smettermo mai di ringraziare, rimanendovi per sempre debitori, finalmente il 24 aprile, in una bellissima giornata di sole siamo usciti dall’ospedale, gioendo felici ed emozionati per la nuova vita di Desiree, assieme a noi, nella nostra casa.

Oggi Desiree ha 2 anni e mezzo, sta benissimo ed è bellissima.

Io volevo solo dirvi che noi la speranza non l’abbiamo mai persa e che, fin dal giorno che l’abbiamo vista venire al mondo, prendendo proprio lei come esempio, non abbiamo mai smesso di lottare… passando notti insonni, periodi bruttissimi e soprattutto la mamma passando 4 mesi quotidianamente, senza mancare un solo giorno, accanto a lei per riuscire nell’intento di nostra figlia, perchè Desiree voleva e pretendeva solo di VIVERE!